Evergrade – Fallimento più vicino?

300 miliardi di dollari di debiti (il 15% del pil atteso in Italia nel 2022) e nessun piano di ritrutturazione presentato. Anche il potenziale fondo che avrebbe dovuto dare ossigeno al colosso immobiliare non è partito e per buttare benzina sul fuoci gli acquirenti di case in 22 città in Cina non vogliono più pagare i mutui.

Una tempesta perfetta.

Esatto, la gente non paga più i mutui, Gli acquirenti di case in Cina si stanno rifiutando di pagare mentre i gruppi immobiliari trascinano per le lunghe i progetti di costruzione rendendo ancora più complessa la crisi del mattone nel Paese e i rischi di creazione di crediti deteriorati nel settore bancario.

Gli acquirenti di 35 progetti in 22 città hanno deciso di smettere di pagare mutui a partire dal 12 luglio a causa di ritardi nell’esecuzione dei lavori e del calo nel frattempo dei prezzi degli edifici (in Cina si acquistano le nuove abitazioni su carta).

Lo scrivono gli analisti di Citigroup guidati da Griffin Chan in un report pubblicato oggi, mercoledì.

La crisi nel settore, i lunghi mesi di lockdown nelle grosse città a Causa del Covid, le attese ora di un ritorno a forti restrizioni nei movimenti stanno facendo contrarre i prezzi di vendita degli immobili nel 2022 in media del 15% rispetto ai tre anni precedent, secondo la ricerca di Citigroup.

Il problema poi è che Il contagio si sta allargando alle banche.

I crediti in sofferenza innescati dall’ondata di mancati pagamenti dei mutui potrebbero raggiungere 561 miliardi di yuan (83 miliardi di dollari), circa l’1,4% del saldo da pagare dei mutui in sospeso, secondo Chan.

Mentre l’impatto complessivo sulle banche è giudicato “gestibile”, istituti di credito statali tra cui China Construction Bank, Postal Savings Bank of China e Industrial & Commercial Bank of China potrebbero avere una maggiore esposizione ai mutui contestati e risentire delle battute d’arresto, scrive Citigroup.

IN questo contesto il rifiuto di pagare le rate del mutuo mette in evidenza come la tempesta nel settore immobiliare, che incide per il 28% del Pil del Paese e ha travolto il colosso Evergrande, zavorrato da oltre 300 miliardi di debiti, si stia allargando col tempo a tutto l’ambito del real estate.

Molti operatori sono cresciuti velocemente negli ultimi anni facendo uso di un’ampia leva.

Questo forte tasso di indebitamento è stato preso di mira dal governo del presidente Xi Jinping. Pechino da diversi mesi impedisce ai gruppi di chiedere denaro in prestito alle banche per futuri progetti su carta se sono già fortememente indebitati.

La conseguenza è che i progetti in essere rallentano molto o si fermano per mancanza di fondi con conseguenti disagi sociali.

Uno degli effetti è che il settore immobiliare cinese sta colpendo la classe media, minacciando la stabilità sociale e la situazione ora sta diventando critica, scrive Chan, aggiungendo che la rinuncia a pagare gli acconti sulle abitazioni ancora da costruire può innescare una serie di problemi aggiuntivi ai gruppi immobiliari.

E non è finita qui, dopo la saga di Evergrande, il secondo gruppo immobiliare cinese zavorrato da oltre 300 miliardi di dollari di debiti (alla ricerca di un accordo con i creditori mentre tenta di avviare una ristrutturazione), all’inizio del mese anche la cinese Shimao è caduta sui bond.

Infatti Shimao Group Holdings ha spiegato di non aver pagato un’obbligazione da 1 miliardo di dollari scaduta domenica 3 luglio e, assieme alla stessa Evergrande, il 12 luglio sono state cancellate dall’indice Hang Seng Composite.

Shimao è una realtà del mattone specializzata nel segmento del lusso.

In un file depositato alla borsa di Hong Kong è riportato che la società non ha effettuato il rimborso del bond da 1 miliardo e di altre obbligazioni relative a debiti offshore (esteri) e che sta trattando con i creditori mentre cerca di raggiungere “soluzioni amichevoli” sul debito.

Shimao è considerata una minaccia più grande per il mercato del credito offshore rispetto alla crisi del gigante immobiliare China Evergrande.

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