UBISOFT – Nella fabbrica degli Assassini

Una delle aziende principali è Ubisoft, che con la saga “Far Cry” “Assassins’ Creed” “Tom Clancy” e altri si è saputa affermare come azienda leader nel settore con un fatturato di oltre 2 miliardi e più di 20.000 dipendenti sparsi per il mondo.

Purtroppo gli ultimi sviluppi in casa Ubisoft non sono positivi per i fan di vecchia data, e probabilmente anche per i nuovi ci sarà da aspettare un po’ prima di vedere qualche frutto interessante.

Tra la call con gli investitori e le comunicazioni interne, la casa francofona ha dato conferma di essere in un preoccupante momento di recessione, con il tentativo ora più estremo che mai di aggrapparsi soltanto al suo cavallo vincente Assassin’s Creed e contenere i costi in vista di tempi migliori – o, viste le continue fluttuazioni del settore, di un’acquisizione sempre meno improbabile.

Ubisoft ha tagliato almeno quattro progetti, tra cui uno Splinter Cell VR che era stato promesso a Meta per il suo Quest e un free-to-play di Ghost Recon che era già stato subissato di critiche ancora prima di uscire, e annunciato una spending review i risultati della quale sono tutti da verificare (e spaventano alquanto).

Certo, i problemi non sono solo per Ubisoft ma anche le altre aziende hanno dovuto fare i conti con un mercato sempre più complesso e costoso, dove le esigenze degli utenti crescono a dismisura e le critiche feroci in caso di tiepido successo ancora di più.

C’è chi taglia di netto le proprietà intellettuali che non ritiene fruttuose e focalizza la propria attenzione su quelle facili da monetizzare (i GTA, i FIFA, gli Assassin’s Creed).

C’è chi le orienta su dinamiche free-to-play, imbottite di prolifiche microtransazioni (si veda il caso Call of Duty con Warzone) o ne inventa di nuove disconoscendo la propria eredità (Epic Games quando salutò Gears of War per dedicarsi a Fortnite).

C’è chi aumenta il prezzo del biglietto, come ha fatto Sony sui suoi first-party venendo ampiamente criticata, ma intanto salvando prodotti come Horizon, The Last of Us, e via discorrendo.

C’è chi, nella suddetta era HD, ci è sempre stato con un piede sì e l’altro no, vedi Nintendo che continua a sfornare instant classic per Switch senza preoccuparsi minimamente della sfida tecnologica di Xbox e PlayStation.

E c’è chi, a proposito di Xbox, punta tutto sul modello degli abbonamenti, in cui non è importante che abbia successo un singolo gioco poiché la sua stessa esistenza è dedicata ad arricchire quantitativamente quella sottoscrizione.

Adesso che non ha più grosse vie di fuga, quindi Ubisoft non può che riportare tutto alla ‘square one’, a quell’Assassin’s Creed che è la sola vera garanzia di successo che ha in casa e che, prima con un gioco più piccolo e poi con una piattaforma a lungo termine, dovrebbe rimettere al loro posto i conti.

Con il taglio di costo e il focus annunciati internamente dal CEO Guillemot, questa è di fatto la pietra tombale sulla vecchia Ubisoft, e la formalizzazione di un trend che i fan di vecchia data aspettavano solo di vedere messo nero su bianco – una compagnia che si riconosce come Assassin’s Creed-maker e non come la fucina di idee che è stata in passato.

E non è da escludere che l’idea di mettere al loro posto i conti, oltre all’inusuale apertura di Guillemot che ha combattuto per anni contro l’OPA di Vivendi per restare indipendente, non celi in realtà un progetto di cessione.

Dopo tutta questa disamina di capisce che fare trading solo basandosi su un’azienda può essere complicato e molto rischioso se non si capisce bene quello che si fa (e a volte anche se lo si sa, perché quello che può succedere è imprevedibile), nel caso di neofiti è bene rivolgersi a strumenti più semplici e più facili da gestire.

Rendite Low Budget per esempio permette proprio questo, pochi minuti di ragionamento al mese per impostare semplicemente la propria posizione senza pensare ad altro.

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